Maggio, LAGO DI LEMANO
Il residence sul Lago di Lemano era una deliziosa oasi di pace. Di legno
profumato e di vetro, di colori tenui e pareti silenziose. Di sigarette fumate
alla finestra, di sguardi e di parole, scelte in tutta la loro preziosità.
Perchè le parole con il loro suono, con il loro introdursi tra sguardi, gesti a
fissare attimi, a sottolineare un incontro, sanno essere luccicanti diamanti.
In un luogo come un lago svizzero, di quelli con i prati verdi alle spalle e
fianchi delicati come fiordi, che danno ristoro alla mente e al cuore. E'
quella bellezza del luogo a diventare palcoscenico, occasione privilegiata per
qualcosa che scarta dalla routine e scandisce il ritmo, i minuti, piu' o meno
interminabili, di dolci confidenze tra coppie consolidate, nuove od anche
clandestine. Un lago svizzero ideale per trascorrere un week end lontano da
Milano. Dell'Italia lui si era portato dietro soltanto i giornali di quel
giorno, Il Foglio, Il Manifesto e il giornale delle corse. Lei era arrivata con
il treno di metà pomeriggio in tempo per guardare assieme a lui, dal terrazzino
quel tramonto di azzurro e cremisi con cui il giorno salutava il lago.
Aveva posato la valigia sul letto matrimoniale e poi chiesto il permesso per una
doccia. Era uscita dal bagno venti minuti dopo con un accappatoio rosso ed il
suo sorriso luminoso. "Sei bellissima" era stato il suo commento, immediato,
avendo riscontrato in Lei un bagliore particolare in quel marrone degli occhi
che la luce del tramonto rendeva di un fascinoso nocciola. Di lei, che aveva
conosciuto al festival del cinema di Locarno qualche mese prima, amava una
spontaneità diretta, una semplicità nel fare conversazione che non era in lui,
timido e riservato. Lei non girava mai intorno alle cose, esprimeva apertamente
quello che pensava su tutto. A lui piaceva accarezzarle i capelli, sentire
passare sulle dita la fragranza della pelle bianca. Quando l'accarezzava non
aveva idea dell'età di quella donna che l'aveva incantato appena si era seduta
accanto a lui alla conferenza stampa della proclamazione dei vincitori del
festival del cinema. Gli aveva detto "Posso?", un semplice "Posso?", gentile,
rispettoso, poi aveva accavallato le gambe e posato sopra il suo taccuino e la
sua Mont Blanc nera. Adesso che si erano ritrovati su quel tramonto sul lago
dall'impasto di luce sorprendente, azzurro e quel cremisi che nel rosso
contiene un po' di blu', si erano abbracciati davanti alla finestra del
residence che dava sul lago. Un lungo silenzio, poi la mano di lui aveva
percorso la bocca di lei, in tutta la sua delicatezza. Abituato a percorrere il
percorso dei caratteri fin quando da bambino era entrato in una stamperia e si
era lasciato incantare da quella magia, aveva seguito il disegno, morbido.
Un procedere lento, un po' titubante. Come quando il rossore aveva avvolto il suo
viso davanti al seno di lei che in tutto il suo magnifico alabastro era sbucato
dalla camicietta aperta sul terzo bottone. Aveva fantasticato molto su quella
donna da qualche mese a questa parte. Dentro di lui, nella sua mente e nella
sua anima, lei era la donna dell'amore morbido. Forse per una frase che gli
aveva scritto un giorno in una mail. Era uno di quei pomeriggi da cane in
redazione, con tanti fatti inattesi che si sovrappongono nel calcio malato di
oggi: i calciatori del Genoa costretti a levarsi la maglia e consegnarla agli
ultrà, la rissa dei dirigenti della Lazio ad Udine e, ultimo, il cazzottone di
un allenatore ad un proprio giocatore sul campo di Firenze. Poi, nel vortice di
una riunione di redazione, sul suo portatile era arrivata quella frase che
l'aveva messo di buon umore 'a me piace l'amore morbido'. Era un'ipotesi, una
suggestione, un punto di vista che si spalancava sulla sua idea di femminile.
Sull'altra metà del cielo. Aveva riflettuto su quella frase portata dalla rete
ed era giunto alla conclusione che " Non si ama mai allo stesso modo, il
maschile ha tanti sentieri diversi nell'incontro con il femminile". Poi l'urlo
del caporedattore l'aveva richiamato all'ordine, al brusco risveglio in
un'attualità che scottava. "Dai svegliati, trenta righe sulla Fiorentina, è
successa la fine del mondo su quel prato. Un minuto di follia che non si era
mai visto. Sbrigati, che andiamo in stampa con la prima edizione". Aveva solo
pensato: "Ma io Delio Rossi l'assolvo. Contro tutto e tutti. Non lo mando al
patibolo. Poi magari il capo butta tutto nel cestino". Quell'uomo sicuro di sè
quando scriveva e dava di un mondo o di una disciplina una sua
rappresentazione, invece, navigava a vista nel rapportarsi al mondo femminile.
Ad un universo altro, magico, meraviglioso ma anche misterioso e per certi
versi inafferrabile. Un pendant con la caducità dei sentimenti che lui aveva
definito un'onda in un suo tentativo adolescenziale di poesia. Le lenzuola,
profumate di lavanda, furono il teatro di un avanzare lento, mai precipitato di
un fondersi. Lei si accostò sul petto di lui. La sua mano passava sulla guancia
di lei, ne sfiorava le orecchie, poi dai capelli passava al collo. Lei rispondeva
con piccoli e ripetuti baci sulle mani. C'era una felicità dannunziana in quella
stanza sul lago, una felicità che sapeva rinnovarsi in gorghi d'acqua che
portavano dalla sorgente alla foce. Dalle carezze ai baci infuocati, da un
qualcosa che prendeva coraggio attimo dopo attimo. E di estatico aveva
l'andare oltre il momento per una tensione assoluta, per un tendersi di due
anime e due corpi in un uno. Non senza tensione perchè come nei protagonisti
del Piacere d'annunziano un bacio aveva un'intensità tale che era piu' dolce,
piu' giocoso di un amplesso. Un piccolo gesto scatenante il desiderio. Lui
abbassò le spalline della sottoveste di seta di lei. Il suo seno sbocciò in tutta la sua
meraviglia. Per pudore la donna spense uno dei faretti, quello che illuminava
il suo corpo. Poi prese a parlarle, gli raccontò di quando era ragazzina e di
questo tempo in cui lei si sentisse addosso, nonostante lo scorrere del tempo,
uno spirito di quegli anni. Voleva dire stupìrsi ancora delle cose,
entusiasmarsi di ogni piccola cosa. Un po' come accade ai bambini quando
osservando le cose, un arcobaleno, un animale, un aereo, si incantano con tutto
il loro candore. Quelle parole scelte, accuratamente per raccontare la sua
infanzia e poi l'adolescenza e poi il tempo migliore di una donna ancora nel
fiore degli anni, furono il preludio di una notte di carezze e di piccoli baci.
Si frugarono come dei ragazzini, con il piacere inaspettato di quando si prova
un'emozione non anticipata dal pensiero ma che lo scandire dei fatti schiude
all'incanto e allo stupore fanciullesco.
L'alba sul lago li accolse con una luce dorata che alle cinque del mattino aveva
preso il posto del rosa dei capezzoli di lei che lui aveva protetto nelle sue mani
prima di un timido bacio, quasi casto.
Sul comodino di lei era aperta a pagina 52 un'edizione
economica del Gattopardo. Quella notte lei aveva sognato di essere Claudia
Cardinale con il vestito bianco nel ballo con Alain Delon.
Racconto scritto da Un Sognatore
Fotografia di proprieta' di Un Sognatore
Sono sempre splendidi i racconti del caro amico Sognatore ,
scritti con perfezione , con dolcezza , con pura passione.
Mai scontati , ed ogni volta che li leggo ne trovo una
nuova visione di sentimenti volti alla fine a fare di un
Sogno una realtà. Una frase molto bella e
significativa che scrive :
" Non si ama mai allo stesso modo, il
maschile ha tanti sentieri diversi
nell'incontro con il femminile".
Posso solo aggiungere che è incredibilemente
"vera" e ringraziarti per donarci , intensi
momenti di evasione mentale.
scritti con perfezione , con dolcezza , con pura passione.
Mai scontati , ed ogni volta che li leggo ne trovo una
nuova visione di sentimenti volti alla fine a fare di un
Sogno una realtà. Una frase molto bella e
significativa che scrive :
" Non si ama mai allo stesso modo, il
maschile ha tanti sentieri diversi
nell'incontro con il femminile".
Posso solo aggiungere che è incredibilemente
"vera" e ringraziarti per donarci , intensi
momenti di evasione mentale.
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